Una parte, tratta da un vecchio articolo pubblicato su questo blog:

Molti allenatori della vecchia scuola rabbrividiscono al solo pensiero del sollevamento del peso dato che lo associano al bodybuilding. La frase “sollevamento del peso” suscita automaticamente l’immagine stereotipata del bobybuilder, ovvero un tizio con i muscoli eccessivamente sviluppati, poco flessibili e poco elastici.
Chiariamo una cosa. Un combattente non gode di alcun beneficio nell’eseguire una routine di culturismo. Il bodybuilding enfatizza l’estetica, la cui attività è quella di posare davanti ai giudici mostrando vari gruppi muscolari. Non vi è alcuna preoccupazione per le qualità atletiche come la velocità, la potenza o la resistenza. Un’atleta, invece, allena delle qualità. Un combattente non guadagna punti se possiede una coppia di pettorali simmetrici. Comparare l’allenamento della forza con il bodybuilding è come volere comparare un’arancia con una mela.
Questa non vuole essere una critica contro il bodybuilding, semplicemente il bodybuilding non lavora sullo stesso regime di forza (ideale) di uno sport da combattimento.

Riassumendo

Con una corretta programmazione, l’allenamento della forza può essere determinante nel raggiungimento degli obiettivi. Sotto ho riassunto alcuni consigli utili:

Ogni atleta deve adeguare l’allenamento in funzione delle proprie esigenze, perché ognuno possiede caratteristiche diverse. Il lavoro di un buon allenatore consiste nell’individuare le aree carenti dell’atleta e organizzare un programma adeguato teso a migliorare i suoi specifici bisogni. Per questa ragione non esiste un programma unico e valido per tutti. Ogni atleta è unico e merita il meglio, ovvero un programma fatto su misura.

L’articolo originale in lingua inglese è consultabile direttamente dalle pagine del sito RossTraining.com. Questo il link all’articolo originale.
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