Chiunque si dedichi ad una attività sportiva o, nel caso nostro, ad un’Arte Marziale, se non ad uno Sport da Combattimento, dovrà “fare i conti” con l’allenamento fisico, tecnico e psicologico.
L’allenamento è la parte indispensabile in cui lo sportivo investe per ottenere i suoi miglioramenti e progressi.
Quanto più sarà possibile allenarsi, tanto più sarà possibile migliorare. Una regola semplice e lapalissiana, ma incontrovertibile.
Parafrasando Plinio il Vecchio, secondo il quale “Non c’è libro tanto brutto che in qualche sua parte non possa giovare”, altrettanto si può affermare che “non esiste allenamento tanto negativo che in qualche sua parte non possa comunque giovare”. Se non altro, in questo caso, avremo capito ciò che ci potrà dare beneficio e ciò che, al contrario, ci recherà nocumento.
Allenarsi significa intraprendere un cammino che prosegue ad ogni sessione. Ed ogni allenamento perso, sarà perso per sempre. Ogni allenamento mancato fermerà inevitabilmente il cammino.
Se si vuole diventare forti, ci si deve allenare, non si scampa. E si dovrà pensare che, per quanto tu possa dedicarti, ci sarà sempre chi ci si dedica più di te (per possibilità di tempo, energie, voglia, ecc).
Fa sorridere chi chiede quanto si debba praticare per ottenere dei buoni risultati. Due, tre, quattro volte a settimana? La risposta non è un numero, ma è “quanto più possibile”, ovvero una misura indefinibile.
Se praticare in palestra equivale a “timbrare” la propria presenza, mettendosi a posto con la propria coscienza, i risultati non arriveranno mai.
L’allenamento è ricerca, studio, miglioramento, partecipazione.
Si dovrebbe riflettere e trarre ulteriore motivazione sul fatto che, come detto, per quanto ci si prepari con scrupolo e dedizione, sicuramente c’è qualcuno che si sta allenando più forte di me.
Ho visto gente allenarsi seriamente sebbene infortunata, altri rientrare in palestra zoppicando, così come ho visto chi si è arreso per mesi dopo un cric che non celava alcunchè. Ed i primi erano o erano stati dei grandi, i secondi delle anonime figure che con il tempo hanno abbandonato.
Questo non per infervorare istinti eroici, bensì per comprendere che, per chi voglia progredire, esiste, anche nell’indisposizione fisica, la possibilità di “continuare il cammino” e quindi di migliorare. Se nell’arsenale abbiamo un’arma spuntata, impareremo ad utilizzarne un’altra.
La moneta che paga di più è e sarà sempre l’allenamento. Quella che paga meno la svogliatezza e la pigrizia.
Come diceva quel tale, esiste un solo modo per battere o almeno provare a battere un campione: allenarsi più di lui.