Giorgio D’Alessandro è una delle persone a cui maggiormente sono legato da amicizia, stima e considerazione.
Mi sono avvicinato alla Lotta in senso lato grazie a lui. Il Jiu Jitsu ancora non esisteva e seppi che c’era una persona che conosceva il Sambo, disciplina sconosciutissima, di cui avevo letto negli Anni Novanta.
Iniziai con lui. Non era una pratica direttamente sambistica, ma si trattava di un un esercizio in cui si lottava senza giacca e la parte a terra era “miscelata” con la parte in piedi. Da lui sentii per la prima volta il termine “Submission Wrestling”. Giorgio è stato un lottatore di altissimo livello, sia nel Judo che nel Sambo ed ha praticato anche Lotta Olimpica. Non si è mai rinchiuso in nessun genere di settarismo e questa apertura mentale l’ha avvicinato al Jiu Jitsu di matrice brasiliana, che ancora oggi si diverte ad imparare e praticare.
In quel periodo iniziale, prima della diffusione del Jiu Jitsu, ci si trovava con altri ex sambisti e praticanti di Judo e, una volta a settimana, di Giovedì, in tardissima serata, ci si allenava presso la palestra di Lotta Olimpica di Pioltello, che al tempo era uno dei migliori centri del Nord Italia. In quella palestra ci si incontrava con Davide, un bestione di oltre i 100 kg. Un ragazzo con ottimi piazzamenti nelle gare nazionali e che era ancora in piena attività.
Da allora tanti fatti sono accaduti, ma io non ho mai dimenticato di allenarmi con Giorgio, non appena potevo, ed egli stesso è sempre stata una figura presente nei seminari e negli allenamenti che nel tempo sono stati condotti, nonostante sia un Medico impegnato ed affermato.
Rispetto ad allora pratica con molta minore assiduità, ma rimane, almeno per me, una figura di massimo riferimento, a cui sono legato da profondo affetto.
Quando è presente da noi, in particolar modo il Sabato, ciò che mostra non è mai scontato, ma “figlio” di quella conoscenza e padronanza tecnica che lo rendono una persona di straordinario carisma, sebbene lontano dai “riflettori” ormai da moltissimo tempo.
Si tratta di un uomo che ha praticato sport con forza, energia e passione, senza tentare di ricavarne guadagno economico da ciò e queste sono peculiarità che lo rendono e lo hanno reso una persona estremamente rara, almeno nei nostri ambienti.
Stamattina ho avuto il piacere di allenarmi con lui, di Sambo. Ed ancora una volta ho imparato moltissimo.
Dino, complimenti per la modestia e l'umiltà che ti caratterizzano sempre. Lontano un anno luce dai sapientoni delle arti marziali.
Massimo