Se lo scambio in Accademia è uno strumento utile per misurare il proprio livello, la propria crescita ed i propri miglioramenti, non esiste “campo” migliore, per conoscere sé stessi, se non quello di partecipare ad un campionato.
Il Jiu Jitsu competitivo non è per tutti e, per quanto riguarda ciò, non esiste tatami che possa mentire più di quello della propria Accademia.
C’è chi si esprime al massimo in allenamento e chi, al contrario, magari cercando di capitalizzare quanto appreso, oppure provando, offre il meglio proprio in gara.
Chi compete, avendo possibilità di testarsi su “palcoscenici” più impegnativi, spesso è colui che meno ha bisogno di tenere una finalizzazione allo stremo. Eppure riesce ad allenarsi in maniera intensa e pesante per più volte a settimana.
Consiglio a tutti, se non almeno una volta per cintura, di provare almeno una volta a gareggiare.
Magari ponendosi come unico limite (non necessariamente) i 35/40 anni.
Il lavoro, la scuola, la famiglia sono solo alibi.
Cinque/sei ore a settimana su tre giorni, sicuramente si trovano.
Bastano per fare bella figura in un torneo nazionale, a meno che non siate “Adulti”, anche se sarà dura vincere