Il Jiu Jitsu attuale è molto differente dalla forma di lotta (studiata per il combattimento senza regole), che ebbe origine in Brasile, diffondendosi in tutto il mondo, a partire dalla prima metà degli Anni Novanta.
Quel Jiu Jitsu enfatizzava la proiezione, le fasi di lotta in piedi erano più lunghe e le guardie meno evolute di quanto non si veda nel Jiu Jitsu di oggi, che, peraltro, è ormai uno sport totalmente indipendente e non più strettamente legato al combattimento per le MMA (il Vale Tudo di un tempo).
Posizioni molto solide ed efficaci, con finalizzazioni, passaggi di guardia e raspado molto classici.
Quel Jiu Jitsu appartiene ad anni fa.
Oggi si è particolarmente evoluto il gioco dalla guardia e questo ha reso necessario evolvere le dinamiche dell’Arte.
L’inasprimento delle regole, a tutela di una popolazione sportiva ormai numerosissima e di ogni età, ha fatto il resto.
Ma il Jiu Jitsu “Old School” sopravvive nelle MMA, pur essendoci una autonomia delle due discipline.
Nelle MMA Demian Maia, Jacaré, Roger Gracie, Werdum ed i fratelli Nogueira, propongono uno stile essenziale, ma supportato da grande tecnica.
Tutti in grado di portare al suolo, questi atleti sono capaci di lavorare dalla guardia così come da sopra.
Pochi fronzoli, in maniera da non rischiare di essere colpiti.
E’ un Jiu Jitsu differente da quello che si pratica nelle competizioni sportive, dove peraltro personaggi come Xande Ribeiro, uno dei migliori della storia, continuano a lottare in maniera essenziale ed efficace, praticando più le difese che non l’applicazione di “berimbolo”, “fifty-fifty” ed altre novità degli ultimi anni.
Non si confonda poi “Old School” con povertà tecnica. 
Al contrario, quello stile si basa sulla conoscenza delle tecniche base, che vengono studiate e conosciute in maniera molto profonda e su cui è possibile poi fondare ed affrontare qualsiasi tipo di “gioco”.
Nelle MMA come nello sport.
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